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Assaggi | Torrone, Caffè Sicilia

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Il torrone, un solo dolce e molte possibili origini. Storicamente una data importante è quella del 25 ottobre 1441, giorno del matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, in cui pare sia stata servita per la prima volta una preparazione a base di mandorle, miele e albumi a Cremona. La forma, era quella del Torrazzo.

Tuttavia la sua genesi è molto più antica e intrecciata a numerose contaminazioni, forse di natura romana (la parola torrone deriva dal latino torrere, tostare), come dimostrano alcuni scritti di Tito Livio; forse sannita, la cupedia (ghiottoneria) indicata dal poeta Marco Valerio Marziale, era infatti una delle specialità gastronomiche del Sannio. Altrettanto plausibile è che la ricetta sia giunta nell’Italia meridionale e quindi anche in Sicilia in seguito alla dominazione araba e che derivi dal turun, un dolce che compare nel trattato De Medicinis et Cibis Semplicibus del XI secolo.

Tra i validi torroni confezionati in quest’isola non è ammesso perdersi quelli del Caffè Sicilia, che ancora prima di essere una caffetteria con annesso laboratorio di uno degli artigiani del gusto più interessanti e creativi d’Italia, nel secolo scorso era una fabbrica di marmellate e torroni. Così come ogni singola creazione di questo filosofo del gusto, come spesso Corrado Assenza è stato definito, anche questi ultimi riflettono l’essenza e le radici del suo territorio, mettendo in evidenza i sapori della memoria.

Confezionati sotto vuoto e poi riposti all’interno di pratici involucri di cartone, questi torroni prevedono l’uitilizzo di pochissimo zucchero in favore di molto miele, ingredienti della migliore qualità possibile, insieme alla totale assenza di additivi e conservanti.

Prendiamo, ad esempio, il torrone di pistacchi, rigorosamente di Bronte. Pasta morbida e nivea, costellata di una miriade di questi frutti (minimo il 55%) che spiccano per il loro colore verde vibrante, e rinfrescata dal sapore agrumato dei canditi d’arancia. Un aspetto che ne va a mitigare la naturale dolcezza e che funge da catalizzatore di attenzione, riassettando il gusto e instillando il desiderio di assaggiarne ancora e ancora. Sapori veri, nitidi. In sintesi: pura Sicilia.

Altro discorso invece il torrone Blue Noto, sempre a pasta morbida, nel quale alle mandorle bianche di Noto (quantità minima 55%) e al miele dei Monti Iblei, viene accostato il prezioso caffè Jamaica Blue Mountain Caffè de Doge, i cui chicchi sono interi e quindi facilmente distinguibili all’interno della trama del torrone non solo alla vista, ma anche all’assaggio. Incredibile infatti come queste piccole schegge tostate e amare, formino un vero e proprio matrimonio di gusto con tutto il resto, rendendo meno stucchevole l’insieme. Davvero persistente, insolito e al contempo raffinato, sofisticato e unico. Da intenditori.

Istruzioni per l’uso: assaggiare, socchiudere gli occhi e viaggiare nel gusto.

Assaggi | Torrone, Caffè Sicilia

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